Populismo è la parola dell’anno secondo il dizionario di Cambridge.
Post verità, populismo, fake news, i discorsi dell’odio. Tutte hanno un filo conduttore: l’immigrazione. Un’apparente inconciliabilità, chiarita però dai dati. Secondo le ultime indagini Demos riguardanti l’Italia, i timori per la nostra sicurezza hanno raggiunto il livello più elevato degli ultimi anni: 43%. Mentre la paura dell’immigrazione come minaccia all’identità culturale e religiosa ha toccato il 38%, il massimo livello negli ultimi vent’anni.
Il pericolo della semplificazione, il mistero del male e l’enigma del non agire sono i tre aspetti che riguardano il pericolo della comunicazione dell’immigrazione che ci ricordava Alessandro Leogrande, scrittore e giornalista scomparso prematuramente. Come è possibile dunque agire? Cosa fare per dare una voce non scontata a chi una voce non ce l’ha? Si potrebbe iniziare dalla semplice consapevolezza propria di ogni fotografo: conoscere per capi- re. Mescolarsi alla gente comune e al meticciato che compone oggi il tessuto sociale della capitale italiana. Riuscire a essere uno come tanti. Come sosteneva l’icona del giornalismo Ryszard Kapuscinski per avere il diritto di raccontare, si deve avere vissuto un’esperienza diretta, fisica, olfattiva, emo- tiva, senza filtri né schermi protettivi.
Andrea Boccalini diventa uno come tanti nel quartiere forse più multietnico di Roma, Torpignattara. La superficie totale non raggiunge nemmeno i due chilometri e mezzo, eppure basandosi sulle immagini che compongono il progetto Forze Nuove sembrerebbe di aver attraversato almeno tre continenti. Ragazzi arabi studiano il Corano a pochi metri dalle sale slot gestite da cinesi, mentre l’allestimento di un festival induista viene disturbato dalle grida di una partita di calcetto all’ombra del Mandrione.
Eppure tutto questo accade ed è già accaduto in tutte le maggiori metropoli europee dieci, venti, cinquant’anni fa. Potrebbero essere state scattate a Parigi negli anni ’90 o a Londra negli anni ’70. Nulla di nuovo, nulla di veramente eccezionale. Ed è proprio qua che risiede la potenza di queste scene: nel- la loro sconcertante e inaspettata familiarità. L’eccezione che si tramuta in regola immortalata da una lente 35mm. Sono foto che potrebbero far parte del profilo Instagram di un qualunque ragazzo della zona, volti che potrebbe- ro essere stati scambiati via WhatsApp tra madri di etnie diverse. Una rivoluzionaria, inevitabile ordinarietà.
Mettersi allo stesso livello, trattare i nostri interlocutori come noi stessi: è quello che Andrea Boccalini riesce a fare raccontando una Roma multiculturale, una realtà ormai assodata, quotidiana, buttando i formalismi fuori dalla finestra. Optando per lo stile più colloquiale possibile, intrattiene delle conversazioni con i soggetti e le strade (malmesse) del quartiere. Quando si riesce a sentire l’odore delle cucine attraverso una stampa, si ha la certezza di aver centrato l’obbiettivo. Forze Nuove: Cronache da Torpignattara racconta una trasformazione del tessuto urbano che non spaventa ma che si potrebbe abbracciare in un’unica parola: leggerezza.

Jacopo Magri, Marina Lalovic

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